“96 anni il Covid ce lo sta portando via. Non abbiamo potuto dirgli il nostro affetto”

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E’ il dispiacere che provano i familiari dell’anziano ospite della RSA S. Francesco, ora ricoverato a Figline. E il loro dolore è proprio in questo: non averlo potuto sentire, non aver potuto avere sue notizie. E il comunicato della RSA S. Francesco difende l’operato della struttura, come è legittimo, ma non contiene una parola di conforto per i familiari e di rammarico per le vittime. Moralmente si poteva fare di più dicono la figlia e il nipote dell’anziano, assumendosi le proprie responsabilità, almeno quelle della condivisione. Ecco ciò che hanno scritto sui social.

“Io, da parente di un ospite della rsa san Francesco, trovo legittime ma incomplete tali precisazioni. Nulla contro il personale operativo che, come scritto su altri quotidiani della zona, si è trovato a gestire una situazione con diverse “buche”. Sicuramente il lavoro svolto da marzo fino a pochi giorni fa è stato eseguito in maniera corretta anche in considerazione del fatto che per tutti il covid era sconosciuto (prima ondata). La domanda che mi pongo da familiare di un loro ospite è come sia stato possibile cadere in un vortice del genere con un numero così elevato di contagiati, in una fase in cui presidi e protocolli dovevano essere consolidati al di sopra di ogni ragionevole dubbio al fine di tutelare persone fragili (e non oggetti…) a loro affidate. Mi duole infine constatare che nell’ articolo di  precisazione della struttura, seppure legittimo, non vi sia stato alcun cenno di vicinanza agli ospiti (e alle relative famiglie ..che sono persone) che sono stati trasferiti in presidi ospedalieri per l’aggravamento delle condizioni cliniche. Ritengo ancora più grave che da parte della struttura, ad oggi, non ci sia stato neppure un contatto privato di solidarietà.

Chi scrive è uno stretto parente di un ospite che ormai si è avviato purtroppo nel percorso di fine vita.. Ciao Babbo, ciao Nonno”.

vedi l’articolo correlato

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